Era uno dei tanti eroi che, nel silenzio del mondo e fra i clamori della guerra, non lesinava tempo ed impegno per dare una mano ai meno fortunati. Ed è morto così Khaled Asaad al-Khalidi, da eroe, mentre cercava di portare del pane nel campo profughi palestinese di Khan Eshieh (dove vivono 8mila rifugiati), nel Rif occidentale diDamasco. Da tempo volontario di una charity palestinese locale, la notte scorsa è finito nel mirino del fuoco dei cecchini del regime siriano assieme ad altri volontari, che sono rimasti feriti, mentre tentavano di introdurre del pane nel campo assediato da 27 giorni. “Un modello di coraggio e di abnegazione nel suo servizio alla gente del campo”, si legge sui social network, dove civili ed attivisti gli attivisti hanno voluto ricordarlo come un volontario palestinese, nato nel campo e che lavorava da anni nella charity, sia, che “non ha mai risparmiato i suoi sforzi per alleviare gli effetti della guerra e dell’assedio sulla popolazione locale”. Sul campo di Khan Eshieh più volte l’agenzia Onu ha espresso “profonda preoccupazione” per la situazione nel campo profughi, che “rischia realmente di diventare un altro Yarmuk”, la struttura alla periferia di Damasco “devastata da anni di combattimenti e terribile violenza”. “Gli abitanti del campo rischiano molto quando tentano di lasciare Khan Eshieh”, ha affermato il portavoce di Unrwa, Chris Gunness, denunciando la limitazione delle possibilità di spostamento per chi vive nella struttura e le difficoltà nel garantire assistenza umanitaria e cure mediche.